Il Calcio per le Strade

Il Calcio per le Strade

Il Calcio per le Strade: Le storie sulla panchina

Se sul vostro capo proliferano i capelli bianchi e avete ginocchia che cominciano a scricchiolare, allora vuol dire che avete ormai una certa età. E quindi potete ricordare di quando il calcio si giocava per strada. Quando si palleggiava tra le macchine e i portoni. Quando si prendevano due pietre per descrivere i pali di una porta. Quando si lavorava di astuzia, giocando con la carambola del muro. Quando si litigava per ore per determinare se un fallo fosse rigore.

Partite 2 contro 2 o 3 contro 3, miniporte e autoarbitraggi. Tutto nel tentativo di riprodurre le caratteristiche del calcio di strada. In modo da mettere al centro del percorso formativo la tecnica. Lasciando la tattica al calcio dei grandi.

L’intento è quello di lasciare spazio alla fantasia e allo sviluppo di doti basilari come il controllo di palla, ragazzi che si divertono giocando, senza pensare agli ordini dettati da un ruolo che uccide il piacere del gioco.

Quindi non più allenatori impegnati a sistemare in campi di adulti piccoli pulcini. Ma lo svago che nasce da un dribbling, da una finta, da uno scambio veloce e non con ordini tattici eseguiti come si fosse in una vera formazione di serie A.

Perché il calcio di strada educava alla furbizia e al dover prendere decisioni in pochi centesimi di secondo. all’intelligenza creativa.

Come quando capitava che compresso tra un muro e una macchina parcheggiata dovevi trovare il modo di fare arrivare la palla all’amico pressato da tre persone, allora ti inventavi il cucchiaio per superare l’avversario.

O come quando si giocava a “portieri volanti” e tiravi dalla difesa perché la porta rimaneva incustodita.

Nella mia esperienza di “calciatore di strada” ho visto bambini con una tecnica quasi innata che facevano scivolare il pallone tra due piedi come fosse il più naturale dei movimenti, talmente coordinati da usare il corpo per fintare e scattare che sembravano avere il pallone attaccato come una calamita sul proprio piede.

Si spera che si ritorni a pensare al piacere di giocare a pallone come in questa foto dove si notano due bambini che giocano a pallone uno con la maglietta dell’ Argentina finalista di un Mondiale o del Napoli capolista speranzoso di una vittoria del campionato di calcio.

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